Alessio Cabras


City of hopeSrebrenica, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
Srebrenica, 
Bosnia ed Erzegovina, 2017
ITA
Dallo scoppio della guerra in Bosnia ad oggi Srebrenica e passata da essere la terza municipalita jugoslava per tenore di vita, con circa 35000 abitanti e attivita forenti quali l'estrazione di minerali pregiati e gli stabilimenti termali, a una situazione di limitati servizi (specie tra quelli piu essenziali) e una popolazione piu che dimezzata. Due fasi ben distinte hanno caratterizzato lo spopolamento della citta: la prima, strettamente legata al conftto, che ha visto l’uccisione di migliaia di individui; la seconda, ancora in corso, che vede protagonisti i giovani, tornati nella loro terra natia dopo la fne della guerra nei primi anni 2000: molti di loro hanno deciso di emigrare all'estero in cerca di fortuna.
C’e chi pero resiste, rimane a Srebrenica e intende far crescere i propri fgli in quel territorio dove tanti non hanno potuto.

ENG
Since the start of the bosnian war srebrenica went from being the third best bosnian municipality for lifestyle, with 3500 inhabitants and successful businesses such as precious mineral extraction and thermal bath to a current situation of limited essential services and a halved population. Two well distinct phases have characterized the depopulation of Srebrenica: one is strongly linked to the war where thousands of men were killed, women and children deported; the second phase which is a current issue, regards the young people that have returned to their native land after the end of the confict in the early 2000's and decided to immigrate abroad in search of fortune. Nevertheless in Srebrenica there are many young people that still live there and want their kids to grow up where they couldn't.
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© Matteo Orani